Durante il bivacco del 21-22 febbraio, i nostri eroi del noviziato e del clan, si sono recati a Testico, presso la generosa ospitalità del nostro assistente di zona don Ettore, dove durante il secondo giorno di permanenza sono stati sottoposti ad una difficilissima prova di alta cucina. I nostri amici hanno dovuto non solo portarsi ogni ingrediente utile sulle proprie spalle fino a destinazione, ma hanno persino dovuto affrontare le difficoltà della cucina da campo, luogo sicuramente poco adatto per la nuovelle cousine. Nonostante questo, i nostri eroi, temprati da anni di cucina all’aperto e non, sono riusciti non solo a riuscire nel loro intento ma persino ad eccellervi, ottenendo risultati strabilianti.
I nostri capi scout, inizialmente diffidenti nei confronti di quei piatti così ben preparati e decorati grazie alla mano delle nostre scolte, cambiarono subito idea quando assaggiarono il primo boccone di quelle prelibatezze.
Improvvisamente scoppiò il caos.
Subito fu una gara a chi riusciva ad assaggiare più piatti, e i nostri cari capi si avventavano su quelle opere d’arte come un branco di lupi affamati che si getta sulle carni di un cinghiale dopo parecchie settimane di digiuno.
A poco servirono le strabilianti scenette e le realistiche ambientazioni che ogni squadra aveva preparato.
I nostri eroi erano infatti divisi in tre, molto competitive, squadre di cucina, ognuna rappresentate un continente (o più di uno). Le bellissime colonne sonore di ogni squadra servirono solamente a coprire i rumori gutturali del cibo divorato e masticato dei capi, che come avvoltoi planavano da un tavolo all’altro.
La gara rimase incerta per lungo tempo, e più il tempo passava, più le squadre si accanivano e diventavano competitive, e più i nostri capi diventavano voraci.
Ci furono anche momenti di disperazione e di litigio all’interno dei vari continenti, provocati da errori di calcolo e momenti di distrazione, che furono la causa dell’accidentale ma rovinosa fine del risotto della squadra rappresentante Asia e Oceania, composta dagli elementi più anziani del gruppo.
Immediatamente ripreso a cucinare con rinnovato coraggio, il gruppo degli anziani non riuscì però a raggiungere nuovamente il passo degli altri due gruppi, composti dagli elementi giovani, i quali avevano prontamente approfittato di quel loro momento di stallo per batterli sul tempo.
Nonostante questo, i nostri anziani, grazie alla grande quantità di esperienza raccolta negli anni, sono comunque riusciti a guadagnarsi un meritatissimo terzo e quarto posto.
Gli altri due gruppi, in ballo fino all’ultimo piatto, rimasero per ore con il fiato sospeso, in attesa di sapere chi tra loro sarebbe stato il vincitore.
Quando ebbero spazzolato tutto ciò che rimaneva sui tavoli, e dopo che ebbero finito di ripulirsi le loro temibili fauci voraci, i nostri capi si radunarono in un posto a noi ignoto tutt’ora, luogo dove si ritirarono a sgranocchiare le ultime ossa e a decidere chi fosse il vincitore.
Quelli furono attimi di agonia per i nostri eroi, oppressi dall’ansia di una possibile sconfitta.
Non si sa bene la ragione della loro scelta, ma proclamarono vincitrice la squadra rappresentante l’Europa.
La cerimonia fu belle e commovente, e vi presero parte genti venute dai luoghi più lontani, venute ad acclamare i vincitori.
I vincitori furono in pochi, ma sicuramente il divertimento fu grande, e coinvolse vincitori e vinti senza distinzioni.
Al termine dei festeggiamenti, i nostri eroi, stanchi ma rallegrati da quei momenti di gioia, tornarono a casa dalle loro famiglie e dai loro villaggi, raccontando lungo il cammino le loro avventure a numerosi menestrelli, che ancora oggi narrano le loro gesta.

Giacomo C.
Noviziato “L’Isolachenoncé”

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