Quando il 6 gennaio 1893 l’allora Vescovo di Albenga S.E. Mons. Filippo Allegro dopo l’omelia del Pontificale, che era solito tenere in occasione dell’Epifania, annunziava che si sarebbe istituita una Scuola di religione e che l’incarico era stato affidato ad un giovane professore del Seminario, né il Vescovo, né l’incaricato potevano prevedere gli sviluppi futuri di quell’istituzione
Il Vescovo non prevedeva il circolo “San Filippo Neri”, il Santuario del Sacro Cuore, il Teatrino, l’Oratorio festivo, attività cui avrebbe dedicato tanta parte del suo ufficio pastorale.

Mons. Allegro

Il giovane prete, e cioè il Canonico Carlo Ferdinando Isola, non immaginava che quella nuova scuola avrebbe assorbito talmente le sue energie che per essa e per le opere ad essa connesse avrebbe consacrato ogni istante della propria esistenza; non prevedeva che avrebbe dovuto lasciare l’insegnamento e la piccola cella all’ultimo piano del vecchio Seminario per trasferirsi in un locale nuovo, in mezzo alle grida di giovani di ogni età, che, per mezzo secolo, lo avrebbero chiamato col semplice nome di Papà Sciû Isola

Messosi al lavoro nella piccola chiesa di San Carlo in via Roma, analizzati i primi insuccessi domenicali, si rese ben presto conto che era necessario accostarsi in maniera diversa ai giovani, farsi simili a loro: «Bisogna entrare dalla loro porta per poter uscire dalla nostra».
Trasportata la sede delle adunanze catechistiche nell’Oratorio della Misericordia, «fece correre la voce che nel vicino cortile del vecchio Seminario ci sarebbero stati divertimenti in abbondanza per tutti. Altalene, passovolante, bocce, ecc. al principio, e poi chi sa? anche del resto».

I giovani di Albenga, attirati dai divertimenti e dalla novità iniziarono a frequentare la scuola; al catechismo fecero seguito le passeggiate, la ginnastica, la fanfara, le recite in teatro. Con spirito veramente innovatore pose a guida di quei ragazzi alcuni giovani seminaristi, che sorvegliavano gli alunni della scuola e si divertivano con loro, tenevano le lezioni al catechismo e suggerivano la frequenza ai Sacramenti. I sei giovani che risposero alla prima chiamata in San Carlo divennero a poco a poco decine e decine, tanti da rendere necessario il trapianto in altra sede: nasceva l’Opera del Sacro Cuore.

Il 26 maggio 1895, centenario di San Filippo Neri, S.E. Mons. Allegro benedisse la prima pietra della nuova chiesa, che l’anno seguente veniva inaugurata e aperta al culto.
Per i primi mesi vennero ricavate due camerette in un locale situato sopra la carestia, poi, in poco tempo, fu costruito il caseggiato col teatrino e i locali per le adunanze e la scuola. Le iniziative si moltiplicarono; all’Oratorio festivo e al Circolo S. Filippo fecero seguito le scuole serali per analfabeti e adulti, il doposcuola per gli studenti, la filodrammatica e la fanfara, la scuola dei capisquadra per l’assistenza e l’insegnamento catechistico. Nel 1913, venuto a conoscenza che a Genova si stavano vivendo le prime esperienze scout, Don Isola volle allora ancora una volta essere tra i primi: preparò le «simpatiche squadriglie con una sezione premilitare».

Dopo questi primi tentativi, a due anni di distanza, grazie anche all’interessamento di Carlo Basso, allora vice direttore del Circolo “San Filippo Neri”, fu ufficializzata la costituzione della sezione dei giovani esploratori, come documentato nel numero dell’aprile 1915 del Bollettino dell’Opera del sacro Cuore di Gesù in Albenga.

l 26 maggio 1895, centenario di San Filippo Neri, S.E. Mons. Allegro benedisse la prima pietra della nuova chiesa, che l’anno seguente veniva inaugurata e aperta al culto.
Per i primi mesi vennero ricavate due camerette in un locale situato sopra la carestia, poi, in poco tempo, fu costruito il caseggiato col teatrino e i locali per le adunanze e la scuola. Le iniziative si moltiplicarono; all’Oratorio festivo e al Circolo S. Filippo fecero seguito le scuole serali per analfabeti e adulti, il doposcuola per gli studenti, la filodrammatica e la fanfara, la scuola dei capisquadra per l’assistenza e l’insegnamento catechistico. Nel 1913, venuto a conoscenza che a Genova si stavano vivendo le prime esperienze scout, Don Isola volle allora ancora una volta essere tra i primi: preparò le «simpatiche squadriglie con una sezione premilitare».

Dopo questi primi tentativi, a due anni di distanza, grazie anche all’interessamento di Carlo Basso, allora vice direttore del Circolo “San Filippo Neri”, fu ufficializzata la costituzione della sezione dei giovani esploratori, come documentato nel numero dell’aprile 1915 del Bollettino dell’Opera del sacro Cuore di Gesù in Albenga.

Dopo i “Boy Scouts della pace” di Bagni di Lucca, dopo le sezioni dei “Ragazzi Esploratori Italiani” (REI) di Genova, Nervi, Voltri, Rapallo, Firenze e Napoli, dopo i “Ragazzi Pionieri” di Milano e i “Giovani Esploratori Cattolici Italiani” di Udine, anche ad Albenga iniziarono i primi esperimenti di scoutismo.

Don Isola

Risposero alla chiamata di Don Isola 24 ragazzi. Il primo fazzoletto riprendeva i colori della “San Filippo”: metà giallo e metà rosso.

Gli inizi non furono certo privi di difficoltà; la stampa Cattolica tra il 1914 e il 1915 aveva attaccato violentemente lo scoutismo per cui anche Don Barbera – assistente scouts dalla fondazione al 1927 – dovette muovere i primi passi con estrema cautela.

Nel gennaio 1916 il Consiglio centrale della Gioventù Cattolica deliberò la fondazione dell’Associazione Scoutistica Cattolica Italiana (A.S.C.I.). Il 19 settembre dello stesso anno il Consiglio Centrale Dell’ASCI approvò l’immatricolazione del “Riparto Albenga 1° – Gioiosa San Filippo Neri”.

La diffidenza nei confronti dello scoutismo si attenuava, ma non completamente. In una lettera che Don Umberto Barbera scrisse a Mario Mazza (fondatore del REI) nel novembre del 1916 si legge:

«Ci accompagneranno il Prof. Pagliari, Il Sig. Demaro-padre e forse il Maestro cotta del Comitato. Dico ci accompagneranno per farle capire che pur io farò parte della comitiva - in incognito però - senza che venga fatto il mio nome, per non mettermi in mostra e non correr rischio... di cambiare domicilio» «Si incontrano diffidenze per l'iscrizione di nuovi soggetti» Ma sempre nello stesso documento troviamo: «Certo però - non appena sarà conosciuta la promettente riuscita si dileguerà ogni preconcetto» «Gutta cavat lapidem,...Riusciremo» La stessa perplessità e lo stesso ottimismo li riscontriamo nella corrispondenza di alcuni esploratori ingauni: «La sua meraviglia per le poche ordinazioni di divise non deve più esistere, quando lei sa che questo è un inconveniente momentaneo, perchè i genitori disposti a tale spesa vogliono prima vedere il riparto bene incamminato». «Ora in Albenga ci diamo d'attorno con entusiasmo per costituire la nostra sezione, per preparare il terreno alla pianta che diverrà certamente un albero colossale sfidatore di tutte le tempeste».

Furono costituite le prime due squadriglie, Scoiattolo e Colombo, a guidare le quali furono posti come capi squadriglia provvisori gli esploratori De-Maro e Monici e iniziarono le attività: gite di istruzione nella piana di Albenga, corsi di segnalazione, adunanze di istruzione ginnica.

Domenica 10 dicembre 1916 alle ore 15,30 i 32 esploratori del reparto Albenga 1° fecero la loro promessa, in forma semplice. Il programma della cerimonia prevedeva:

  • Ricevimento delle autorità
  • Presentazione del Reparto (Sig. Basso)
  • Parole di circostanza (Com. Reg.)
  • Promessa a squadriglie con consegna dei gagliardetti e dei bastoni
  • Consegna del guidone
  • Gioco scoutistico (La bandiera a l forte)
  • Sorteggio del premio lotteria “pro lana”
  • Canto inno patriottico

Il 7 gennaio 1917 la Promessa venne rinnovata in forma solenne.

Gli ultimi anni della grande guerra furono caratterizzati da un’intensa attività cui si affiancarono iniziative rivolte principalmente agli albenganesi che prestavano servizio militare al fronte; «gli esploratori […] si erano messi all’opera per raccogliere quanto potesse tornare più utile ai nostri bravi soldati: sapone, carta, buste, cartoline, matite, inchiostro, libri, refe, sigari, etc.». La Patria aveva bisogno anche dell’umanità e della ricchezza spirituale di Don Barbera, che ubbidì ancora una volta alla chiamata e prestò il servizio militare, come cappellano, nelle zone più calde del fronte.

Nel 1919 il reparto era composto da 45 esploratori (31 senior e 14 iuniori), sedici dei quali parteciparono al Concorso ginnico di Roma: Giovanni Vigo, Nicolò Roveraro, Antonio Bolla, Paolo Enrico, Tobia Enrico, Alberto Ribò, Antonio Milanesi, Pietro Ferrari, Ambrogio Baglietto, Carlo Benso, Amedeo Poggi, Giuseppe Poggi, Giuseppe Oddone, Luigi Valle, Andrea Vignola e Tobia Romano. L’anno seguente la “squadra esploratori premilitare” partecipò al Concorso ginnico di Venezia. La partenza per il servizio militare di alcuni dirigenti del Circolo e dei capisquadriglia comportò la chiusura del Reparto. Il 15 maggio 1924 “la Gioiosa S. Filippo Neri riprese regolarmente ogni sua attività”. I colori del fazzoletto vennero sostituiti con quelli del mantello del sacro Cuore: azzurro con bordo granata; la fiamma, invece, conservò i colori del 1916. Il censimento per l’anno 1924 comprendeva: Sac. Umberto Barbera, Assistente ecclesiastico; Carlo Benso, Direttore di reparto; 42 Esploratori divisi nelle squadriglie Aquila, Castoro, Leone e Tigre; 15 Lupetti divisi in due squadriglie. Nel 1925 facevano parte del reparto 2 Aiuti istruttori, 29 Lupetti, 37 esploratori e 11 Seniori per un totale di 79 soci, un numero di censiti altissimo per quei tempi. Il 2 settembre dello stesso anno gli esploratori: Dino Bobbio, Beppe Mantica, Enrico Mino, Renato Ansaldo, Carlo Manfredi, Mario Chiarlone, Italo Cazzullo, Giovanni Canavese, Cesare Belengeri, Felice Martino, Luigi Niccolini, Goliardo Parisini e Luciano Borzacchiello, sotto la guida di Don Barbera, partirono per Roma ove parteciparono al Pellegrinaggio scoutistico internazionale dell’Anno Santo. Gli anni compresi tra il 1924 e il 1927 sono considerati gli anni d’oro dello scoutismo ingauno. Sono di quel periodo i primi campi estivi nel “praello” di Mendatica, con le ascese al Saccarello, al Frontè, al Marguareis, al Mongioje…